Cos'è GEOgrafie

Monfalcone si riconosce in questa terza edizione del festival Geografie per almeno tre motivi: il primo e forse più importante riguarda lo stare di nuovo insieme, l’opportunità felice del confronto e del dialogo in un clima di rilassatezza e amicizia; il secondo motivo è legato alle risposte che il festival collabora a orientare rispetto alle molte domande della città, che riguardano diversissime forme di produzione e scambio di beni, di relazione, di convivenza: quelle di Geografie non sono risposte dirette, ma tutte suggeriscono uno sguardo più ampio, un pensiero più profondo; il terzo motivo è la soddisfazione di constatare che la manifestazione ha intercettato, già tre anni fa, una tendenza che oggi si sta rivelando importante: scoperta e conoscenza del territorio sono fondamentali nella proposta del festival Geografie, e prendono vita con la collaborazione di molte realtà associative locali e con l’offerta di itinerari guidati, visite, esperienze, nel rapporto tra la realtà vissuta e il racconto della vita, alla luce del fatto che, come scrive Augustin Berque, l’essere umano è geografico. Pochi luoghi hanno una varietà di ambienti e una molteplice presenza della storia in un così breve perimetro di terra come Monfalcone. E proprio questo mette in luce il festival, e facendo ciò presenta un esempio che potrebbe valere per molta parte del nostro Paese. E’ una tendenza che Geografie conferma anche con la presenza di libri di valore delle molte piccole case editrici che coltivano con passione la propria presenza su un’area specifica.

Non mancano certo i grandi temi, però, come ci sono le testimonianze di vita e i viaggi dentro l’immaginazione. Tutto si svolge però dentro l’ipotesi di concentrare in cinque giorni, a Monfalcone, una quantità di sguardi che uniscono luoghi, tempi, esperienze in un ventaglio di differenze che salvano le diversità senza creare divisioni.

E poi c’è la quercia.

La quercia piantata sulla Rocca tre anni fa nel dare vita a Geografie cresce.

Gian Mario Villalta